| PZN | IT021998024 |
| Производитель | Teofarma Srl |
| Форма | Твердые капсулы |
| Ёмкость | 0 |
| Рецепт | да |
|
12.70 €
|
Corticosteroidi sistemici, associazioni.
Triarncinolone; clorfeniramina maleato.
Calcio fosfato dibasico; magnesio stearato. Costituenti della capsula:eritrosina (E 127); indigotina (E 132); titanio biossido (E 171); gel atina.
Tutte le malattie allergiche, specialmente se accompagnate da eccessiva liberazione generale o locale di istamina: orticaria, febbre da fieno, rinite vasomotoria, edema angioneurotico, dermatiti e dermatosi allergiche, pruriti, asma bronchiale, porpore allergiche, congiuntiviti ed altre affezioni dell'occhio, emicrania e cefalee di origine allergica. Il medicinale puo' inoltre essere utile nelle sensibilizzazioni alimentari e nelle reazioni trasfusionali, da antibiotici o sostanze chimiche (veleni animali. ad es.) o medicamentose.
Assolute: tubercolosi ed herpes simplex; infezioni micotiche sistemiche; ipersensibilita' nota verso i componenti. Relative (valutare i rischi connessi alla terapia con i previsti benefici): ulcera peptica attiva; glomerulonefrite acuta, osteoporosi, tromboflebite, anastomosi intestinali recenti, diverticolite, disturbi psichici, infezione locale osistemica con inclusione delle micosi e delle malattie esantematiche. Il farmaco puo' essere impiegato anche in soggetti affetti da process i infettivi acuti o cronici, purche' sia messo in atto un adeguato trattamento con antibiotici e/o chemioterapici.
La dose media e' di 1 - 2 capsule 4 volte al giorno. E' bene tenere presente che la posologia deve essere individualizzata e che, una volta ottenuto il risultato voluto, e' possibile ridurre gradualmente la dose giornaliera fino a raggiungere quella minima, che nel singolo caso permette il mantenimento di una situazione soddisfacente. La posologia di mantenimento deve essere sempre la minima capace di controllare la sintomatologia; una riduzione posologica va fatta sempre gradualmente.
Nessuna.
Nei pazienti in terapia con glicocorticoidi sottoposti a particolare stress, e' indispensabile un adattamento della dose in rapporto all'entita' della condizione stressante. I glicocorticoidi possono mascherarealcuni segni di infezione e durante il loro impiego si possono verifi care infezioni intercorrenti; in questi casi va sempre valutata l'opportunita' di istituire una adeguata terapia antibiotica. In corso di terapia prolungata e con dosi elevate, se si dovesse verificare un'alterazione del bilancio elettrolitico, e' opportuno adeguare l'apporto di sodio e di potassio. Tutti i glicocortocoidi aumentano l'escrezione dicalcio. I pazienti sotto terapia con glicocorticoidi non devono esser e vaccinati contro il vaiolo. Altri procedimenti immunizzanti non vanno intrapresi in pazienti che ricevono glicocorticoidi, specialmente adalte dosi, a causa di possibili rischi di complicazioni neurologiche e di insufficiente risposta anticorpale. Uno stato di insufficienza surrenale secondaria, indotta dal glicocorticoide, puo' essere minimizzato con una riduzione graduale del dosaggio. Questo tipo di relativa insufficienza puo' persistere per mesi dopo la sospensione della terapia; quindi, in qualsiasi situazione di stress che si manifestasse in questo periodo, la terapia ormonale andrebbe ripresa. Nei pazienti ipotiroidei od affetti da cirrosi epatica la risposta ai glicocorticoidi puo' essere aumentata. Nei pazienti con ipoprotrombinemia si consiglia prudenza nell'associare acido acetilsalicilico ai glucocorticoidi. La posologia di mantenimento deve essere sempre la minima capace di controllare la sintomatologia; una riduzione posologica va fatta sempre gradualmente. Durante la terapia possono manifestarsi alterazioni psichichedi vario genere; euforia, insonnia, mutamenti dell'umore o della pers onalita', depressione grave o sintomi di vere e proprie psicosi. Una persistente instabilita' emotiva o tendenze psicotiche possono essere aggravate da glucocorticoidi. L'uso di clorfeniramina deve essere monitorato in pazienti con insufficienza renale per l'allungamento dell'emivita plasmatica in questa patologia.
L'uso contemporaneo di steroidi sistemici con barbiturici, fenitoina, carbamazepina, aminoglutetimide e rifampicina puo' aumentare il metabolismo degli steroidi, triamcinolone compreso, riducendone l'efficacia;cio' richiede l'aumento delle dosi di triamcinolone. Analogamente, at tenzione deve essere posta per l'uso contemporaneo di contraccettivi orali, chetoconazolo e trioleandomicina, che riducono il metabolismo degli steroidi, aumentandone gli effetti collaterali. L'uso di alcool edipnoinducenti puo' aumentare l'effetto depressivo della clorfeniramin a sul sistema nervoso centrale.
In corso di terapia, specie per trattamenti intensi e prolungati, possono manifestarsi alcuni tra i seguenti effetti: alterazioni del bilancio idro-elettrolitico; soprattutto ipopotassiemie. Alterazioni muscolo-scheletriche, quali osteoporosi, miopatie, fragilita' ossea. Complicazioni a carico dell'apparato gastrointestinale, che possono arrivare fino alla comparsa o all'attivazione di ulcera peptica, soprattutto in caso di contemporanea assunzione di infiammatori non steroidei. Alterazioni cutanee quali ritardi nei processi di cicatrizzazione, assottigliamento e fragilita' della cute; eruzioni su basi idiosincrasica. Alterazioni neurologiche quali vertigini, cefalea e aumento della pressione endocranica. Disendocrinie quali irregolarita' mestruali, aspetto simil-cushingoide, disturbi della crescita nei bambini; interferenza conla funzionalita' dell'asse ipofisi-surrene, particolarmente in caso d i stress; diminuita tollerabilita' ai glucidi e possibile manifestazione di diabete mellito latente, nonche' aumentata necessita' di farmaciipoglicemizzanti nei diabetici. Complicazioni oftalmiche quali catara tta posteriore subcapsulare ed aumentata pressione endoculare. Negativizzazione del bilancio dell'azoto; per cui, nei trattamenti prolungati, la razione alimentare di proteine deve essere adeguatamente aumentata e la crescita dei bambini attentamente seguita. La clorfeniramina puo' provocare, come ogni antistaminico anti-H1, sonnolenza, vertigini, tinnito, stanchezza, diplopia, euforia, nervosismo, insonnia, tremori;ipotensione transitoria, discrasia ematica e disturbi extrapiramidali .
L'uso del prodotto in gravidanza ed in corso di allattamento e' da limitarsi ai casi di effettiva necessita'.
Corticosteroidi sistemici, associazioni.
Triarncinolone; clorfeniramina maleato.
Calcio fosfato dibasico; magnesio stearato. Costituenti della capsula:eritrosina (E 127); indigotina (E 132); titanio biossido (E 171); gel atina.
Tutte le malattie allergiche, specialmente se accompagnate da eccessiva liberazione generale o locale di istamina: orticaria, febbre da fieno, rinite vasomotoria, edema angioneurotico, dermatiti e dermatosi allergiche, pruriti, asma bronchiale, porpore allergiche, congiuntiviti ed altre affezioni dell'occhio, emicrania e cefalee di origine allergica. Il medicinale puo' inoltre essere utile nelle sensibilizzazioni alimentari e nelle reazioni trasfusionali, da antibiotici o sostanze chimiche (veleni animali. ad es.) o medicamentose.
Assolute: tubercolosi ed herpes simplex; infezioni micotiche sistemiche; ipersensibilita' nota verso i componenti. Relative (valutare i rischi connessi alla terapia con i previsti benefici): ulcera peptica attiva; glomerulonefrite acuta, osteoporosi, tromboflebite, anastomosi intestinali recenti, diverticolite, disturbi psichici, infezione locale osistemica con inclusione delle micosi e delle malattie esantematiche. Il farmaco puo' essere impiegato anche in soggetti affetti da process i infettivi acuti o cronici, purche' sia messo in atto un adeguato trattamento con antibiotici e/o chemioterapici.
La dose media e' di 1 - 2 capsule 4 volte al giorno. E' bene tenere presente che la posologia deve essere individualizzata e che, una volta ottenuto il risultato voluto, e' possibile ridurre gradualmente la dose giornaliera fino a raggiungere quella minima, che nel singolo caso permette il mantenimento di una situazione soddisfacente. La posologia di mantenimento deve essere sempre la minima capace di controllare la sintomatologia; una riduzione posologica va fatta sempre gradualmente.
Nessuna.
Nei pazienti in terapia con glicocorticoidi sottoposti a particolare stress, e' indispensabile un adattamento della dose in rapporto all'entita' della condizione stressante. I glicocorticoidi possono mascherarealcuni segni di infezione e durante il loro impiego si possono verifi care infezioni intercorrenti; in questi casi va sempre valutata l'opportunita' di istituire una adeguata terapia antibiotica. In corso di terapia prolungata e con dosi elevate, se si dovesse verificare un'alterazione del bilancio elettrolitico, e' opportuno adeguare l'apporto di sodio e di potassio. Tutti i glicocortocoidi aumentano l'escrezione dicalcio. I pazienti sotto terapia con glicocorticoidi non devono esser e vaccinati contro il vaiolo. Altri procedimenti immunizzanti non vanno intrapresi in pazienti che ricevono glicocorticoidi, specialmente adalte dosi, a causa di possibili rischi di complicazioni neurologiche e di insufficiente risposta anticorpale. Uno stato di insufficienza surrenale secondaria, indotta dal glicocorticoide, puo' essere minimizzato con una riduzione graduale del dosaggio. Questo tipo di relativa insufficienza puo' persistere per mesi dopo la sospensione della terapia; quindi, in qualsiasi situazione di stress che si manifestasse in questo periodo, la terapia ormonale andrebbe ripresa. Nei pazienti ipotiroidei od affetti da cirrosi epatica la risposta ai glicocorticoidi puo' essere aumentata. Nei pazienti con ipoprotrombinemia si consiglia prudenza nell'associare acido acetilsalicilico ai glucocorticoidi. La posologia di mantenimento deve essere sempre la minima capace di controllare la sintomatologia; una riduzione posologica va fatta sempre gradualmente. Durante la terapia possono manifestarsi alterazioni psichichedi vario genere; euforia, insonnia, mutamenti dell'umore o della pers onalita', depressione grave o sintomi di vere e proprie psicosi. Una persistente instabilita' emotiva o tendenze psicotiche possono essere aggravate da glucocorticoidi. L'uso di clorfeniramina deve essere monitorato in pazienti con insufficienza renale per l'allungamento dell'emivita plasmatica in questa patologia.
L'uso contemporaneo di steroidi sistemici con barbiturici, fenitoina, carbamazepina, aminoglutetimide e rifampicina puo' aumentare il metabolismo degli steroidi, triamcinolone compreso, riducendone l'efficacia;cio' richiede l'aumento delle dosi di triamcinolone. Analogamente, at tenzione deve essere posta per l'uso contemporaneo di contraccettivi orali, chetoconazolo e trioleandomicina, che riducono il metabolismo degli steroidi, aumentandone gli effetti collaterali. L'uso di alcool edipnoinducenti puo' aumentare l'effetto depressivo della clorfeniramin a sul sistema nervoso centrale.
In corso di terapia, specie per trattamenti intensi e prolungati, possono manifestarsi alcuni tra i seguenti effetti: alterazioni del bilancio idro-elettrolitico; soprattutto ipopotassiemie. Alterazioni muscolo-scheletriche, quali osteoporosi, miopatie, fragilita' ossea. Complicazioni a carico dell'apparato gastrointestinale, che possono arrivare fino alla comparsa o all'attivazione di ulcera peptica, soprattutto in caso di contemporanea assunzione di infiammatori non steroidei. Alterazioni cutanee quali ritardi nei processi di cicatrizzazione, assottigliamento e fragilita' della cute; eruzioni su basi idiosincrasica. Alterazioni neurologiche quali vertigini, cefalea e aumento della pressione endocranica. Disendocrinie quali irregolarita' mestruali, aspetto simil-cushingoide, disturbi della crescita nei bambini; interferenza conla funzionalita' dell'asse ipofisi-surrene, particolarmente in caso d i stress; diminuita tollerabilita' ai glucidi e possibile manifestazione di diabete mellito latente, nonche' aumentata necessita' di farmaciipoglicemizzanti nei diabetici. Complicazioni oftalmiche quali catara tta posteriore subcapsulare ed aumentata pressione endoculare. Negativizzazione del bilancio dell'azoto; per cui, nei trattamenti prolungati, la razione alimentare di proteine deve essere adeguatamente aumentata e la crescita dei bambini attentamente seguita. La clorfeniramina puo' provocare, come ogni antistaminico anti-H1, sonnolenza, vertigini, tinnito, stanchezza, diplopia, euforia, nervosismo, insonnia, tremori;ipotensione transitoria, discrasia ematica e disturbi extrapiramidali .
L'uso del prodotto in gravidanza ed in corso di allattamento e' da limitarsi ai casi di effettiva necessita'.